Il progetto di ricerca
Il progetto DEPOIMI ha voluto misurarsi col recente dibattito storiografico sulle eredità del Nazismo e del Fascismo nell’Europa del dopoguerra, recuperando i racconti, le memorie e le testimonianze dei militari italiani internati in Germania (IMI) e dei detenuti politici francesi, deportati nei campi di prigionia fascisti tra il 1940 e il 1943.
Attraverso un approccio metodologico di tipo comparativo e con una periodizzazione segnata dalla prima ondata delle politiche di riparazione post-1945, in confronto alla nuova stagione apertasi in Europa dopo la cesura del 1989-91, che a seguito del crollo del Muro di Berlino ha visto una nuova ondata di richieste di risarcimento da parte dei famigliari delle vittime, ci si è proposti di valorizzare le memorie della prigionia, a lungo dimenticate.
1. La ricerca ha avuto inizio con un censimento tipologico delle testimonianze e delle memorie dei prigionieri politici, resistenti e civili internati nei campi di prigionia fascisti nel Sud della Francia e nei campi nazisti in Germania. Sotto la supervisione del Professor Olivier Wieviorka (ISP-Ecole Normale Superiéure de Cachan), sono state consultate le video-testimonianze conservate presso la Bibliothèque de Documentation Internationale Contemporaine (BDIC - Nanterre) e l’archivio del Centre de Documentation Juive Contemporaine - Mémorial de la Shoah (Paris). Sono state inoltre analizzate le interviste dei prigionieri politici sopravvissuti, conservate presso l’Inathèque de France- Centre de consultation des medias audiovisual, Bibliothèque Nationale de France, François Mitterand INA- Médiapro.com.
2. Per il caso italiano sono stati consultati i materiali audio e video relativi alle testimonianze degli ex militari italiani internati nei lager nazisti tra il 1943 e il 1945, conservate negli archivi dei centri di ricerca facenti capo all’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI). Sotto la supervisione del Dr. Lutz Klinkhammer (Deutsches Historisches Institut in Rom), sono state prese in esame le audio-interviste realizzate tra il 1987 e il 1990 dall’Istituto Bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (ISREC), utili per analizzare la percezione soggettiva dell’internamento, nonché le video-interviste realizzate nell’ambito del progetto "Voci, volti, memorie dei deportati nella Germania nazista”. Materiali preziosi (si stimano circa 200 ore di girato) conservati presso l’Istituto per la storia contemporanea “Pier Amato Perretta” – Sezione Centro Schiavi di Hitler – Como. Testimonianze di ex internati militari italiani in Germania sono state recuperate anche sulla banca dati MEMORO – La Banca della Memoria www.memoro.org/it e sul sito RAI www.testimonianzedailager.rai.it
Il progetto DEPOIMI si è inserito in quella dinamica internazionale ed europea che, a partire dalla seconda metà degli anni ’90, a seguito del declino e del crollo dei regimi comunisti nell’Europa orientale, ha dato l’avvio alle procedure di riparazione economica per le vittime della deportazione al lavoro coatto del nazismo e alla costituzione di commissioni di esperti finalizzate alla ricostruzione delle responsabilità dei singoli paesi europei, con particolare riguardo all'applicazione del progetto nazionalsocialista di sterminare gli ebrei d'Europa. Riguardo ai risultati attesi in termini d’impatto sul dialogo intergenerazionale e sul dovere di tramandare la memoria storica alle giovani generazioni, il progetto ha organizzato tre convegni internazionali (rispettivamente due in Italia presso la sede del DHI e uno in Francia presso la sede dell’ISP – ENS Cachan – Parigi), cui sono stati chiamati a partecipare non solo studiosi e ricercatori affermati ma anche studenti universitari e delle scuole superiori, come gli alunni delle ultime classi di Liceo della Deutsche Schule in Rom. Il dialogo intergenerazionale è stato garantito dalla presenza di alcuni dei sopravvissuti all'internamento e alla deportazione, chiamati a raccontare la loro esperienza.
Le tre giornate sono state organizzate in occasione del Giorno della memoria (26-27 gennaio 2011) e dell’anniversario della capitolazione della Germania nazista – Celebration of Europe Day(5-6 maggio 2011); l’ultimo degli eventi previsti dal progetto si è tenuto a Parigi, per l’anniversario della caduta del Muro di Berlino (13-14 ottobre 2011).
Grazie all’impatto simbolico-commemorativo delle celebrazioni, si è così voluta favorire tra i più giovani un’attenta riflessione sul passato bellico dell’Europa e sulla necessità di salvaguardare i valori di democrazia, libertà e rispetto dei diritti umani raggiunti a seguito del crollo del Nazismo. A tal fine sono stati divulgati alcuni materiali audiovisivi, in grado di rendere fruibili i risultati della ricerca anche ad un pubblico di non addetti ai lavori: un CD-ROM e un sito web grazie ai quali è possibile accedere a tutte le testimonianze orali dei sopravvissuti alla deportazione e all’internamento, raccolte e catalogate nel corso della ricerca.
La messa a disposizione delle video-interviste di detenuti politici francesi, deportati nei campi di prigionia fascisti (tema del tutto sconosciuto ai programmi scolastici e didattici delle scuole italiane), ha contribuito a stimolare una riflessione sul passato fascista, sui crimini commessi dal regio esercito italiano e dunque a valutare con maggior consapevolezza il cammino compiuto dal paese nell’affermazione dei valori di democrazia e libertà, sanciti dalla Costituzione italiana del 1948.
Lo studio delle testimonianze delle vittime dell’internamento e della prigionia nella seconda guerra mondiale, ha poi invitato ad una riflessione attuale sulla detenzione prolungata senza reato, né accusa, prassi inaugurata dal regime fascista e da quello nazista (a partire dal confino politico e dallo Schutzhaft), di cui persistono ancora oggi forme varie (si pensi all’esperienza dei Centri di permanenza temporanea per gli immigrati inaugurati in Italia alla metà degli anni '90). Di fronte alla facilità con cui tali provvedimenti amministrativi potevano essere usati per scardinare lo Stato di diritto, l’indagine storica ha voluto esortare le giovani generazioni a sviluppare un senso di tolleranza, di solidarietà e di dialogo interculturale nonché ad essere sempre vigili di fronte ad ogni erosione delle garanzie dell’habeas corpus.